Per ottenere i benefici fiscali del piano industria 5.0 sarà necessario rispettare tutti i criteri imposti per la 4.0 ed, in più, si dovrà misurare e certificare la riduzione dei consumi energetici ottenuta con il nuovo bene incentivato.
La misura dell'energia elettrica (e/o termica, pneumatica, chimica..) dovrà essere condotta con molta attenzione, scegliendo sensori e tecniche di misura raffinate, altrimenti dimostrare una riduzione di almeno il 5% a parità di produzione, sarà operazione tutt'altro che semplice.
Prendiamo il caso più semplice, dove il macchinario utilizzi prevalentemente energia elettrica e che sia sufficiente misurare solo questo, escludendo quindi il consumo di aria compressa o degli accessori come i filtri ed i sisitemi di estrazione fumi centralizzati.
L'installazione di un misuratore di energia elettrica va eseguita sulla linea di alimentazione del macchinario e si deve avere la cura di scegliere un misuratore di elevata precisione, ovvero di tipo "MID", che però ha un errore intrinsico pari allo 0,5% (gli altri possono arrivare al 2% di errore).
Dovremo quindi misurare almeno il 5,5% di riduzione dei consumi, per essere certi che il valore reale sia effettivamente inferiore al 5%, oltre gli errori di misura strumentale (0,5% per i contatori MID).
Continuiamo l'analisi dei requisiti Industria 5.0 per rispondere al secondo requisito: consumo specifico a parità di produzione ovvero si deve definire i kWh/pezzo che la nuova macchina, o impianto, consuma per produrre un certo pezzo o lotto di una tipologia ben identificata. Questo requisito è forse il più stringente per coloro che hanno una produzione molto variabile in termini di materiali processati e prodotti, come spesso accade ai terzisti. Questo requisito impone che la piattaforma connessa al macchinario, quella che già avevamo per la vecchia norma 4.0, sia in grado di capire quale pezzo stiamo realizzando (ad esempio leggendo il part-program o ricetta in esecuzione), sia in grado di capire quando la produzione inizia e finisce e la quantità prodotta nel frattempo. Questi dati, insieme al consumo energetico nello stesso periodi di tempo, forniranno il valore cercato ovvero kWh/pezzo di ogni specifico articolo.
Se siete riusciti, usando software forniti dal costruttore del macchinario o di terze parti come i MES più evoluti, a calcolare il consumo specifico per pezzo, adesso però rimane da dimostrare che questo dato non è stato alterato o contraffatto agli occhi di un certificatore o di un agente governativo.
Come dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che il consumo specifico di energia per ogni tipo di pezzo che ho produtto negli ultimi mesi è quello vero? Ore di inizio e fine lavorazione, pezzi prodotti, energia consumata e tipologia di pezzo fatto non devono essere scritti manualmente e non deve essere possibili alterarli, anche da un esperto di informatica.
La soluzione per Industria 5.0 è fare ricorso ad un sistema di certificazione in tempo reale sia dei dati dei contatori di energia e sia dal nuovo macchinario acquistato
Alleantia fornisce l'unica soluzione creata per rispondere a questi requisiti, denomita "Trusted IoT", sviluppata insieme ad Aruba Business, leader europeo nel settore dei servizi digitali di certificazione dei dati e delle identità.
"Trusted IoT" funziona indipendentemente dal macchinario acquistato e dal numero e tipo di misuratori di energia impiegati e crea automaticamente uno storico certificato a norma di legge dei dati raccolti, che potrà essere utilizzato come garanzia contro qualsiasi controversia ed accertamento.
I dati raccolti da un apposito software, fornito a corredo di Trusted IoT, vengono firmati digitalmente, marcati temporalmente e quindi archiviati in cloud usando la funzione di "archiviazione sostitutiva a norma di legge" di Aruba (la stessa usata per conservare le PEC, le fatture elettroniche o i dati sanitari degli ospedali).
Trusted IoT non va ad alterare le funzionalità degli applicativi esistenti in azienda, si attiva in pochissimo tempo e non richiede alcun costo iniziale, ma solo un piccolo canone mensile proporzionato alla quantità di dati, ovvero di lotti, che il nuovo macchinario produce.